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CONTRORDINE 2005, fuga da Berlusconia ALESSANDRO ROBECCHI E'
una folla immensa, è una fila lunghissima. Chi si accalca
contro le transenne, chi spinge, chi cammina lentamente
mormorando una sua personale preghiera, chi intona una
giaculatoria. E' l'immensa processione dei pellegrini che si
muovono dalla destra berlusconiana in disarmo al carretto dei
presunti futuri vincitori. Ha qualcosa di epico questo
abbandonare scrivanie, questo balzare di lista, questo cercare
riparo «dall'altra parte». Hanno cominciato gli elettori, a
dire il vero. Senza che la protezione civile mandasse un solo
messaggino di allarme, un paio di milioni di persone hanno
deciso che bastava così, grazie, e sono trasmigrate, senza
alcun disagio al traffico, verso i partiti della sinistra.
Vera fede o evento mediatico? Di fatto, la situazione
economica del Paese non è per nulla rosea, ci sono settori in
cui la disoccupazione raggiunge addirittura il cento per
cento. Per esempio tra i coordinatori regionali di Forza
Italia, licenziati in tronco dal padrone, in perfetta sintonia
con la democrazia interna del partito di minoranza relativa.
Grande folla, commozione, proprio un bel funerale. A
garantirci sorprese e buonumore costante resta ora la spinosa
faccenda della devolution. «Avviare una serena e responsabile
riflessione» scrive Silvio a Fini. Sembra un segnale
distensivo, ma essendo stato concordato con Bossi è evidente
che non può essere una cosa intelligente. Avviare una
riflessione vorrà dire sì, approviamola lo stesso? E allora An
e Udc si imbizzarriranno di nuovo e la processione dei fedeli
che lasciano il Polo si ingrosserà ancor di più. Avviare una
riflessione vorrà dire no, tiriamo dritto così? E quelli della
Lega faranno il diavolo a quattro, minacciando sfracelli lassù
nelle valli e ricominciando a vestirsi da druidi. Dunque, come
spesso accade, si individuerà prontamente una scorciatoia
largamente praticata e si darà la colpa di tutto ai «problemi
di comunicazione». Cioè, come dice Bossi, bisognerà spiegare
bene la devolution all'elettorato di centro-destra delle
regioni meridionali.SEGUE A PAGINA 2
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