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il manifesto - 10 Aprile 2005 DOPOVOTO pagina 02
indice dopovoto

pag.02

La crisi fa vela verso il rimpasto
COSIMO ROSSI
ROMA
 
ROBECCHI/DALLA PRIMA
 
Venezia, la Cdl guarda a Cacciari
 
Bertinotti alla prova del voto
C. ROS.
ROMA
 
SINDACATO
Anche Pezzotta presenta il conto al governo
C. C.
 
 

rubrica

segue da pagina 01

ROBECCHI/DALLA PRIMA
Sottotitoli in pugliese? Una fiction? Magari l'elezione di Miss Padania a Catanzaro potrebbe aiutare. Comunque sia, la linea che pare prevalere dalle parti di Arcore è questa: non ci siamo spiegati, non abbiamo comunicato i nostri successi, abbiamo portato la croce dimenticandoci di cantare, e ora dovremo fare tutte e due le cose. E le farà lui, Silvio in persona: ci attendono giorni di grande comicità. Accettando però per ipotesi (abbastanza peregrina) che il padrone quasi assoluto della comunicazione in Italia non abbia saputo comunicare quant'è bravo, c'è un punto centrale che non è stato fin qui abbastanza indagato. E' possibile infatti comunicare di più e meglio (cosa che Silvio ha tutti i mezzi per fare), ma è impossibile cambiare un mood culturale, un imprinting, una forma mentis che è connaturata al regno di Silvio. Lui è rimasto irrimediabilmente anni Ottanta. Lustrini, ottimismo, crescita, cieli azzurri, futuri rosei e illimitati. Anche quando quell'aria andava esaurendosi, ne ha cavalcato l'ultima ondata, entusiasmando quelli che non volevano arrendersi alla fine del sogno rampante. Ora che quel sogno si è rivelato quello che era, una specie di visione lisergica, è difficile tornare indietro. Certo, si può "spiegare meglio", si può infiocchettare la devolution con belle parole a uso delle masse terroniche, si può cantare e portare la croce. Ma cambiare il tipo di canto non si può, perché Silvio ha solo quel canto, anzi è solo quel canto. Una cosa che vent'anni fa sembrava moderna, dieci anni fa furba e oggi semplicemente sorpassata. Prima ancora che il disastro del suo governare, è il tramonto della sua cultura che oggi decreta l'autunno del tristo patriarca padano. Persino i fedeli se ne rendono conto: ormai non solo i gesti e le parole, ma persino la faccia dell'Unto dal Signore è fuori sincrono rispetto alla realtà. Le carte un tempo vincenti, il successo, i soldi, la burbanzosa arroganza del comandare, l'essere capo d'azienda, oggi strappano al più un sorriso sarcastico e casomai irritano e indispettiscono. Ci insegna la sociologia dei consumi che quando un prodotto passa di moda non c'è modo di resuscitarlo. Così è - finalmente - per la Silvio Way of Life. Forse senza saperlo, i milioni di pellegrini che migrano da destra a sinistra lo sanno meglio di tutti. (alessandro robecchi)


 
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