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La bustina di Minerva di Umberto Eco
Sul regime di Populismo Mediatico
Berlusconi usa la tecnica del televenditore di
lozioni per capelli. Si affida ai messaggi tv. Evitando
il Parlamento
Nei giorni in cui Berlusconi
annunciava a 'Porta a Porta' il presunto disimpegno
italiano nell'Iraq, e poi nei giorni seguenti, mi
trovavo a Parigi, dove si stava aprendo il salone del
libro, e così ho avuto occasione di parlare delle cose
italiane con i francesi, i quali sono specializzati nel
non capire mai esattamente che cosa succede a casa
nostra - e spesso non senza una qualche
ragione.
Prima domanda: perché il vostro
presidente del consiglio ha annunciato una decisione
così grave in una trasmissione televisiva e non in
parlamento - dove forse avrebbe anche dovuto chiedere un
parere o un consenso? Ho spiegato che questa è la forma
del regime di populismo mediatico che Berlusconi sta
instaurando, dove tra il Capo e il Popolo si pone un
rapporto diretto, attraverso i mezzi di massa,
esautorando così il parlamento (dove il Capo non ha
bisogno di andare a cercare consenso perché il consenso
ce l'ha assicurato - e quindi il parlamento tende a
diventare il notaio che registra gli accordi presi tra
Berlusconi e Bruno Vespa).
Ho anche spiegato che
l'Italia è uno strano paese fondato sulla malafede
semantica. Mentre i giornali o le radio americane quando
parlando dell'Iraq parlano di 'insurgency' (che a casa
mia si traduce insurrezione, o come minimo guerriglia
estesa) se qualcuno in Italia usa il termine più o meno
corrispondente di 'resistenza', ci si strappa le vesti
come se si volesse paragonare il terrorismo
fondamentalista alla gloriosa resistenza italiana. Senza
accettare l'idea che 'resistenza' sia un termine neutro,
come insorgenza o insurrezione, che si deve usare quando
in un paese parte della popolazione resiste in armi a un
occupante straniero - anche se quello che fanno i
resistenti non ci piace, e anche quando nel movimento di
guerriglia s'inseriscono gruppi palesemente
terroristici. Ho anche rivelato che i lamenti più
appassionati per lo sfregio che si farebbe alla gloriosa
resistenza italiana vengono tra l'altro da coloro che in
altra sede stanno cercando di mostrare come la nostra
resistenza sia stata opera di banditi e assassini. Ma
questa è un'altra storia.
Quindi ho chiarito che
(altra curiosa debolezza semantica) molte persone si
stracciano le vesti quando si parla di regime a
proposito di Berlusconi perché pensano che ci sia stato
un solo regime, quello fascista, e hanno buon gioco a
mostrare che Berlusconi non sta mettendo i bambini
italiani in camicia nera né cercando di conquistare
l'Etiopia (cosa che neppure Storace, credo, pensa ancora
di fare). Ma regime significa forma di governo tanto è
vero che si parla di regime democratico, regime
monarchico, regime repubblicano, eccetera. Quella che
Berlusconi sta instaurando è una forma di governo
inedita, diversa da quella sancita dalla costituzione,
ed è appunto quel populismo mediatico di cui parlavo,
tanto è vero che per perfezionarlo Berlusconi sta
tentando di modificare la costituzione.
Le
domande si sono infittite i giorni seguenti quando, dopo
le severe reprimende di Bush e Blair, Berlusconi ha
detto di non avere mai detto che avrebbe ritirato le
truppe dall'Iraq. Ma come è possibile che si contraddica
così, mi chiedevano i miei interlocutori. Ho spiegato
che questa è la bellezza del populismo mediatico. Se tu
una cosa la vai a dire in parlamento, va agli atti, e
dopo non puoi dire di non averla detta. Invece dicendola
alla tv, Berlusconi ha ottenuto subito il risultato che
si proponeva (guadagnare una certa popolarità a fini
elettorali); e dopo, quando ha affermato di non averlo
detto, da un lato ha tranquillizzato Bush e dall'altro
non ha perduto quel tanto di consenso che aveva
guadagnato, perché è virtù dei mass media che chi li
segue (e non legge i giornali) dimentica il giorno dopo
che cosa era stato esattamente detto il giorno prima, e
al massimo conserva l'impressione che Berlusconi avesse
detto una cosa simpatica.
Questo procedimento è
tipico per esempio della televendita: chi vende una
lozione per i capelli può mostrare alle otto e mezza le
due foto di un cliente completamente calvo che ha poi
riacquistato una folta capigliatura, per poi dire alle
dieci e mezzo che naturalmente il suo prodotto è serio,
non promette di far ricrescere i capelli perduti ma è
miracoloso nell'arrestare la caduta di quelli che ci
sono ancora. Frattanto gli spettatori sono cambiati, o
se sono rimasti gli stessi si sono dimenticati di quanto
era stato detto due ore prima, e conservano solo
l'impressione che il venditore venda cose documentate e
non false speranze.
Ma, hanno osservato i miei
interlocutori, gli italiani non si accorgono che così
facendo Berlusconi (e con lui l'Italia) perdono di
credibilità non solo presso Chirac o Schroeder ma anche
presso Blair e Bush? No, ho risposto, di questo possono
accorgersi gli italiani che leggono i giornali, ma
costoro sono una minoranza rispetto a quelli che
ricevono notizie solo dalla televisione, e la
televisione dà solo le notizie che piacciono a
Berlusconi. Questo è appunto il regime di Populismo
Mediatico.
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